
Ravenna: un’occasione “reale” per il territorio
Oggi, 10 aprile 2025, Ravenna accoglie Re Carlo III e la Regina Camilla.
Cosa significa ospitare un tour istituzionale della Royal Family nel 2025? Qual è il valore potenziale e reale, in termini di turismo, narrazione e visibilità?
Spoiler: molto più di una semplice copertura mediatica.
Effetto Windsor: i dati parlano chiaro
Nel 2024, Ravenna ha registrato uno dei suoi migliori anni turistici di sempre:
- 636.009 arrivi e 2.894.994 presenze, superando i livelli pre-pandemia.
- Il turismo internazionale ha visto un incremento del +6,65% negli arrivi e del +7,59% nelle presenze, con la Germania al primo posto tra i paesi di provenienza, seguita da Stati Uniti, Svizzera, Francia e Polonia.
- Tra i mercati in crescita? Proprio quello britannico, in cerca di cultura, arte e autenticità.
La visita dei reali si inserisce in questo trend come un booster naturale: porta visibilità globale, richiama media internazionali e attiva un circuito virtuoso di curiosità, viaggi e scoperta, stimolando la curiosità di potenziali visitatori interessati alla cultura e alla storia della città.
Tra comunicazione pop e heritage contemporaneo
Un evento di tale portata non si comunica da solo – nonostante molti territori e destinazioni, siano soliti cercare di beneficiare dell’effetto “ricaduta organica” senza grandi investimenti – va amplificato. La visita ha ottenuto una copertura significativa da parte dei media britannici. Testate come Reuters, The Times e AP News hanno dedicato ampio spazio all’evento, sottolineando l’importanza della visita e il legame storico tra il Regno Unito e Ravenna. Ma non è certo questa copertura che sposta o sposterà “l’intention to travel e l’intention to buy” internazionale verso la Destinazione Ravenna.
Merchandising, oggetti parlanti e “memoria da portare con noi” come cappellini con la corona, tazze con frasi celebri di Shakespeare, edizioni limitate di artigianato locale ispirate alla Regina Teodora – ma con un tocco britannico – sono la risposta più immediata e più diffusa. Il merchandising legato all’evento rappresenta, infatti, un’opportunità per i commercianti locali di valorizzare i prodotti tipici, creando oggetti che raccontano una storia e che i visitatori possono portare con sé come ricordo tangibile dell’esperienza vissuta.
Se ci concentriamo però sul territorio, ecco che il design incontra la storia, facendo nascere ad esempio oggetti che raccontano più di quanto mostrano. Diversi negozi e artigiani locali hanno, infatti, creato una micro-collezione ispirata ai mosaici bizantini, rielaborati con dettagli regali: corone, stemmi, colori che richiamano l’Union Jack.
Tra gli oggetti più iconici:
- Magneti e spille realizzati in resina o vetro, richiamano lo stile delle tessere musive ma con un twist contemporaneo. Alcuni riportano anche la data dell’evento o silhouette di Re Carlo in stile profilo imperiale.
- Tote bag e foulard: disegnati da illustratori locali, giocano sul contrasto tra icone bizantine e simboli britannici.
- Mini mosaici artigianali: realizzati con tessere in vetro colorato da maestri mosaicisti, raffigurano la corona stilizzata sopra uno sfondo dorato – un chiaro riferimento al mosaico della basilica di San Vitale.
Questi oggetti non sono solo memorabilia: sono strumenti narrativi. Si portano a casa, si condividono online, si regalano, diventano piccoli ambassador del territorio.
Influencer e content creator di Ravenna e dintorni stanno anche organizzando live streaming su piattaforme come Instagram e Facebook, raccontando in tempo reale l’atmosfera cittadina durante la visita reale. Queste dirette permettono a chi non può essere presente di vivere l’evento attraverso gli occhi di chi lo sta vivendo sul posto, amplificando non solo il senso di community, ma anche la portata dell’evento in termini di visibilità e scoperta dei luoghi iconici di Ravenna per possibili futuri viaggiator3.
Comunicazione istituzionale ben allineata con quella turistica? Quasi.
Ravenna ha fatto un buon lavoro nel comunicare la visita dei reali: il sito del Comune è stato aggiornato con orari, chiusure al traffico, info logistiche, e anche turismo.ra.it ha fatto la sua parte nel raccontare l’evento in chiave narrativa e valoriale.
Ma c’è un “però”. Dal punto di vista dei residenti e dei viaggiatori, la dispersione delle informazioni resta un nodo caldo. Ce lo insegnano eventi come il giro d’Italia, Il Tour de France o La notte Rosa, per restare in terra Romagnola, le informazioni sono fondamentali ma il colpo d’occhio è ciò che attrae anche le persone meno attente, o se preferiamo più distratte, e su questo diciamo si poteva fare meglio, vestendo il portale di Ravenna Tourism con i colori della bandiera o elementi visivi di richiamo; ancora si poteva realizzare una mappa interattiva dei luoghi visitati nel tour reale, da proporre come itinerario a future viaggiatrici e viaggiatori, solo per citare alcune possibili proposte.
Per i local:
- Le info sono “ufficiali”, ma non sempre immediate.
- I canali istituzionali comunicano in maniera formale, e non sempre accessibile in ottica di user experience.
- L’assenza di un canale push (tipo Telegram) ha reso necessario cercare attivamente le info invece di riceverle in tempo reale.
Per i viaggiatori:
- Chi si trova in città come turista ha bisogno di info smart, tradotte in più lingue, geolocalizzate.
- La comunicazione turistica ha privilegiato il racconto dell’evento, ma non sempre ha risposto in tempo reale alle esigenze pratiche (cosa è chiuso, come muoversi, dove trovare eventi collaterali).
La visita dei reali sarebbe stata il momento perfetto per lanciare un canale Telegram ufficiale della città. Un canale che potrebbe:
- Dare info in tempo reale con notifiche push
- Includere aggiornamenti su traffico, eventi, emergenze
- Essere utilizzato post-evento per mantenere viva la comunicazione con cittadini e visitatori abituali
💬 Immagina: “Benvenutə a Ravenna! Segui il nostro canale Telegram per non perdere nulla della visita dei reali (e non solo).”
Un takeaway per il futuro? Se vogliamo che la comunicazione istituzionale sia davvero integrata con quella turistica serve una cabina di regia unica tra assessorati, DMO, uffici stampa e operatori privati. Serve pensare come le persone vivono l’esperienza: mobile first, in movimento, con pochi passaggi. Serve insomma sperimentare: chatbot, travel buddies, assistenti di viaggio virtuali, notifiche, social, ma anche collaborazione con creator locali provenienti da mondi diversi per “tradurre” i contenuti ufficiali in linguaggi accessibili.
Tra chi vive e chi visita: un equilibrio possibile. Eventi come questo mettono alla prova il tessuto locale, ma possono anche diventare momenti di connessione tra residenti e visitatori.
I residenti diventano ambasciatori spontanei della loro città. Le attività locali si trasformano in centri di ospitalità creativa. I turisti non sono solo spettatori, ma partecipanti attivi di una narrazione collettiva.
Il confine tra visitatore e abitante si sfuma, dando vita a un nuovo modo di vivere i luoghi – temporaneo, ma autentico.
What’s next?
Il format “royal visit” funziona quando è ben progettato:
- quando attiva reti
- quando coinvolge le comunità
- quando lascia un’eredità che resti nel tempo
La vera domanda è: quali altre città o destinazioni italiane sapranno trasformare un evento istituzionale in un’esperienza di valore per il turismo? La corona è solo un pretesto. Il racconto, quello vero, lo fanno i territori che sanno cogliere il momento.
In un’epoca in cui ogni evento è anche una piattaforma narrativa, quello che conta non è solo chi arriva, ma cosa si attiva. La visita dei reali a Ravenna ci ricorda che il valore di un territorio non sta solo nel suo passato, ma in come sa raccontarlo oggi. La sfida – e insieme l’opportunità – è progettare esperienze che parlino a pubblici diversi, trasformando il “passaggio” in relazione, e la visibilità in impatto. Perché tra heritage e hype, ciò che resta davvero sono le connessioni. E quelle, regali o no, vanno coltivate ogni giorno.
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🦩Disclaimer: Questo contenuto è ideato da Cecilia Pedroni, mente felice di HappyMinds, con il supporto dell’intelligenza artificiale.