Turismo e Digital Nomads: 5 passi per accoglierli nella tua destinazione

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Turismo e Digital Nomads: 5 passi per accoglierli nella tua destinazione

Zac

Tempo di lettura: 6 min

Hai mai sentito quell’irrefrenabile voglia di partire, cambiare aria, ma non solo per i soliti 15 giorni l’anno? C’è qualcuno che ne parla come un prurito sotto i piedi, un solletico… Per molte persone, quell’impulso a muoversi non è solo un desiderio temporaneo ma una necessità. Stiamo parlando di Digital Nomads, lavoratorə che hanno scelto di abbracciare uno stile di vita fatto di indipendenza, autenticità e scoperta, conciliando lavoro e viaggio. Ma cosa rende una destinazione davvero attraente per loro? Scopri le 5 cose che i Digital Nomads cercano nelle destinazioni!

Il sogno di libertà e autenticità

Come sottolinea Gianluca Gotto, scrittore, blogger e nomade digitale, il desiderio di libertà non è solo un bisogno fisico, ma un modo di vivere. Gotto racconta nel suo primissimo libro “Le coordinate della felicità” di come alcune persone “non riescano a stare ferme, perché l’erba cresce sotto i piedi.” È la metafora perfetta per descrivere l’irrequietezza e la necessità di muoversi, scoprire, sperimentare, crescere. In un mondo sempre più omologato, frenetico, veloce, c’è chi cerca autenticità: stili di vita local, storie da scoprire lungo il cammino, luoghi da vivere.

Chi sono i Digital Nomads?

Sono persone che hanno la possibilità di lavorare da remoto e che scelgono di farlo viaggiando, sperimentando uno stile di vita autentico fatto di libertà e avventura. Non è possibile inserirli in un unico target omogeneo e ben definito, come afferma l’Associazione Italiana Nomadi Digitali ETS nel Terzo Rapporto Annuale sul Nomadismo Digitale in Italia, sono più una macrocategoria: “un movimento globale di lavoratori, professionisti e imprenditori, che sta aumentando e diventando sempre più inclusiva, sia a livello generazionale che professionale, costituito da famiglie, coppie, single, persone giovani e meno giovani. Un movimento che oggi comprende anche: artisti, studenti, produttori musicali, filmmaker, insegnanti, giornalisti, consulenti, ricercatori, architetti, medici, retired worker (pensionati che continuano a lavorare). E molto altro, in fermento e in crescita. Ognuna di queste categorie diventa un target specifico, con interessi, esigenze e bisogni simili da soddisfare.”[2]

I digital nomads possono lavorare da qualsiasi luogo purché questo sia dotato di connessione internet. Possono lavorare dalla caffetteria a Parigi, in una spiaggia in Thailandia o nel coworking di un piccolo borgo italiano. 

Questo approccio non solo consente loro di esplorare nuove culture e paesaggi, ma offre anche l’opportunità di costruire una rete globale di contatti professionali. In quest’ottica la ricerca di esperienze autentiche e la connessione con le comunità locali diventano parte integrante della loro ricerca.

Nomadi digitali e turismo: dati e prospettive per i piccoli borghi italiani 

Come evidenzia anche il Terzo Rapporto Annuale sul Nomadismo Digitale in Italia, i Digital Nomads possono essere una risorsa inestimabile per il futuro del turismo sostenibile. In Europa, si stima che siano circa 1,2 milioni di persone e questo è un dato in continua crescita. 

È bene ribadire che non sono turisti, non consumano la destinazione per pochi giorni, loro vogliono viverla. Viaggiare lentamente significa fermarsi per mesi in una località, investendo tempo e risorse nelle comunità locali. 

Questa presenza temporanea può avere un impatto significativo nell’economia delle aree meno centrali. Come evidenziato dal rapporto,  le aree interne dell’Italia e i piccoli centri, spesso tagliati fuori dai flussi turistici tradizionali, possono diventare destinazioni ideali per questə nuovə cittadinə del mondo.

A differenza del turismo tradizionale, in cui le visite hanno una durata prestabilita e concentrata in brevi periodi dell’anno, i soggiorni di remote workers e digital nomads possono variare dalle poche settimane fino a periodi molto più lunghi, che in alcuni casi possono trasformarsi in permanenze stabili. La durata del soggiorno dipende dalle circostanze individuali, rendendo questi flussi migratori interni e internazionali diversi rispetto a quelli tradizionali.

In quest’ottica, i digital nomads possono sostenere significativamente l’economia locale, poiché portano con sé il proprio lavoro, la propria attività, le proprie esperienze e risorse economiche. Inoltre, sono statisticamente inclini a investire nei servizi e nelle attività del luogo, contribuendo in modo concreto alla crescita e alla rigenerazione delle comunità che lə ospitano.

Mettere radici

Il concetto di Digital Nomads va ben oltre il semplice concetto del viaggio, queste persone incarnano una nuova forma di cittadinanza globale che non appartiene a nessun luogo, ma in realtà a tutti. È un modo diverso di mettere radici, o di ritrovarle. Diventa un modo per rivivere le tradizioni e cercare un nuovo senso di appartenenza. 

Esistono, infatti, molti digital nomads che utilizzano questo stile di vita per connettersi con il passato delle loro famiglie, scegliendo di tornare nei piccoli borghi, spesso lontani dal fenomeno del turismo di massa, acquistano nuove abitazioni o restaurando quelle di famiglia, con l’intento di ristabilire una connessione con la propria Terra.

Alcuni Paesi, come il Portogallo, la Croazia, ma anche l’Italia e perfino il Giappone hanno già introdotto visti speciali per accogliere questə lavoratorə globali. Questa forma di cittadinanza fluida permette di appartenere a molti luoghi senza mai radicarsi troppo. 

Ma cosa rende una destinazione davvero attraente per i Digital Nomads?

Ecco 5 cose che i Digital Nomads cercano nelle destinazioni:

  1. Mobilità e accessibilità

Buone connessioni di trasporto sono essenziali per facilitare gli spostamenti. La destinazione deve essere facilmente raggiungibile tramite mezzi di trasporto pubblici come autobus, treni e navette dagli aeroporti.

  1. Alloggi economici

Gli appartamenti in affitto, le stanze in co-living e gli ostelli devono avere tariffe per più portafogli. Offrire una varietà di alloggi a lungo termine che siano economicamente sostenibili possono rendere la destinazione più attraente per questo fenomeno.

  1. Spazi di coworking

Non stiamo parlando di turistə, i digital nomads sono lavoratorə e hanno bisogno di spazi adatti alle loro esigenze. Creare o promuovere spazi di coworking ben attrezzati che offrano non solo postazioni di lavoro ma anche ambienti stimolanti e aree di relax è essenziale per attrarre questo segmento.

  1. Internet veloce

Ormai questo è uno standard per qualsiasi tipologia di turista. Secondo il report 2024 “Tutti i Dati D’Italia” di Data Appeal, presentato l’11 ottobre durante il TTG Travel Experience, nell’analisi degli affitti brevi, il tema “internet” emerge come uno degli argomenti con il sentiment più negativo. A maggior ragione, garantire una connessione stabile e veloce è fondamentale, soprattutto per i digital nomads che necessitano di internet per poter lavorare.

  1. Eventi di networking e attività culturali e ricreative

Non isole, ma persone che hanno bisogno di altre persone. Organizzare eventi di networking, workshop e meet-up per favorire incontri tra viaggiatori e membri della comunità locale può facilitare la creazione di relazioni e collaborazioni professionali. Eventi culturali, sociali e ricreativi possono, invece, permettere di esplorare il territorio e immergersi nella cultura e rete locale.

Adottando queste misure, le destinazioni possono diventare più attraenti per l’intero target, contribuendo così a una crescita sostenibile e a una rivitalizzazione delle comunità più fragili.

I Digital Nomads non sono turistə: sono una nuova forma di cittadinanza. Portano con sé innovazione, diversità e un nuovo modo di vivere il territorio. In un mondo in cui l’Overtourism minaccia di soffocare le destinazioni a forte vocazione turistica, il nomadismo digitale offre una visione del viaggio alternativa, sostenibile e lenta. Insegna a vivere in modo più autentico, integrandosi nelle comunità locali e contribuendo alla loro economia, portando benefici culturali e una crescita duratura alle comunità locali tutto l’anno.

Vuoi scoprire di più su questo fenomeno, o come rendere la tua destinazione più accogliente per i cittadini nomadi del futuro?

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Articoli/Fonti:

  1. Associazione Italiana Nomadi Digitali LINK
  2. Terzo rapporto annuale sul nomadismo digitale in italia LINK
  3. Nomadismo digitale in Italia, il terzo rapporto dell’associazione italiana nomadi digitali (2/01/24) LINK
  4. Paesi dove è possibile prendere il visto come nomadi digitali (5/06/24) LINK
  5. La tua guida completa al visto per i nomadi digitali LINK
  6. “Tutti i Dati D’Italia” 2024, Data Appeal LINK
  7. Workation, come funziona e perché introdurlo in azienda (23/10/23) LINK
  8. Nomadismo digitale: come abbracciare la cultura del viaggio da remoto LINK
  9. Noi con “l’erba sotto i piedi” che abbiamo bisogno di viaggiare  LINK
  10. Lista Nomadi Digitali 2023 LINK

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Zac, Social Media Manager di HappyMinds, ha una grande passione per la narrazione attraverso i nuovi media e il mondo editoriale. Laureato in matematica, Zac crede che tutto sia narrazione, dalle parole ai numeri. Il segreto del successo, risiede nel trovare le parole giuste per raccontare una storia e le persone giuste con cui condividerla.

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