Loghi e turismo: viaggio alla ricerca di 5 brand identity territoriali
Qualche tempo fa ho parlato in un articolo di come si presentano visivamente i brand territoriali e della grande uniformità visiva e cromatica che accomuna quasi tutti i loghi, ma non sono mai voluto entrare nel merito del come e del perché i vari brand hanno scelto quel logo per rappresentare il loro territorio, quel concept, quell’immagine coordinata, quei colori.
È chiaro che non potrei approfondire tutti i brand in un articolo, quindi ho deciso di fare una selezione di 5 brand identity territoriali che per un motivo o per un altro hanno colpito la mia attenzione per fattori differenti come la composizione, la forma, la riconoscibilità, l’aspetto artistico e altro ancora.
Ci tengo a sottolineare che questa selezione non è frutto di una preferenza o di ciò che reputo bello o brutto anche perché quando si parla di un logo come dico sempre, la cosa fondamentale è se funziona o non funziona, quindi lascio a voi il giudizio ☺
Ok, sto parlando troppo quindi… buon viaggio!
Messico: Visit México
Ideata dalla MBLM nel 2003 per l’ente del turismo del Messico, l’identità visiva vuole raccontare le caratteristiche più straordinarie del Messico, come il suo patrimonio artistico, la diversità culturale, la magnifica architettura messicana, la vasta varietà gastronomica e la sorprendente bellezza naturale.
Un obiettivo veramente audace da riassumere in un segno, non credete?
Il risultato è un logotipo e successiva identità visiva a più livelli che rappresenta:
- Tramite il colore: la cultura del luogo e la diversità culturale, la sua allegria e il suo ottimismo.
- Tramite i motivi decorativi dentro ogni lettera: la ricchezza e le caratteristiche chiave del paese.
Nel 2008, il marchio Messico è stato selezionato come uno dei marchi più cool del turismo dall’organizzazione SuperBrands, dove esperti e pubblico aperto votano per premiare i marchi più forti in termini di innovazione, stile e desiderabilità.
Spagna: Turismo de España
Molti miei colleghi si chiederanno perché io abbia selezionato proprio questo logo dato che non rispetta molti dei requisiti che un logo dovrebbe avere. Ma il motivo è proprio questo!
Quando l’Administración Turística del Estado (Amministrazione Turistica dello Stato) commissiona il logo, si pone come obiettivo di marketing la promozione del paese come destinazione turistica con una grande varietà di opportunità di vacanza, sottolineando però sempre il concetto di “sole e mare” come principale fonte di attrattività. Si decide di commissionare il logo ai grandi artisti del tempo, e chi meglio di Mirò poteva esprimere tramite un segno questi concetti!?
Il nuovo logo, o meglio questa piccola grande opera d’arte, El sol De Mirò è stata l’ultima opera realizzata dall’artista e si potrebbe definire anche la più popolare e sicuramente la più diffusa.
Come succede spesso per chi vive il contemporaneo nell’arte, anche questo logo non è stato apprezzato sin da subito, tanto da essere definito “L’uovo fritto di Mirò”.
Oggi, questo “uovo” è uno dei segni più riconoscibili tra i brand territoriali.
Bahamas: The Island of the Bahamas
Il nuovo, coloratissimo e lunghissimo marchio “The Islands of the Bahamas” progettato dalla Duffy & Partners a prima vista può sembrare un misto di figure geometriche e colore.
Ma se ci si sofferma un secondo, ci si rende conto che questo logo parla da sé. Sapevate che le Bahamas contano nel loro insieme 700 isole e isolette? La sua forma allungata è un richiamo ai confini territoriali delle isole e i suoi innumerevoli segni geometrici raccontano le varie isole con le loro diversità etniche e culinarie. La vasta palette cromatica del marchio da forza al concetto di diversità artistica e culturale e racconta le diverse sfumature paesaggistiche.
L’immagine coordinata è un tripudio di colori, segni geometrici e icone lineari che arricchiscono la composizione! Tutti questi segni e colori potrebbero far pensare ad un visual molto complesso e pesante…lascio giudicare a voi il risultato ☺.
Parigi: Paris
Guardando questo logo alcuni potrebbero pensare, ecco un altro logo di Parigi con la torre Eiffel.
In realtà il logotipo ideato dallo studio Graphéine è completamente differente rispetto ai classici loghi raffiguranti una torre Eiffel e basta. La scelta di inserire la torre nella composizione serve ad accentuare il vero concept del logo, ovvero un intero skyline tipografico e non una singola icona di Parigi.
Tra i tanti e coloratissimi loghi turistici, questo logo a tinta unica sembra sicuramente a prima vista il meno colorato! Almeno così appare avendo visto solo l’insegna o il Paris Pass’lib (il pass turistico ufficiale della capitale) ma scavando più a fondo e guardando tutti i materiali pubblicitari come brochure, manifesti, mappe etc… vi accorgerete che non è proprio così.
Illustrazioni coloratissime a tinte piatte arricchiscono notevolmente la composizione.
Il logo si riempie di colori e porzioni di illustrazione, fondendosi con la linea orizzontale alta che le dovrebbe delimitare. In questo modo la composizione risulta essere dinamica ed è il logotipo a delineare i contorni del visual fondendosi con la sottostante, proprio come fosse uno skyline.
Italia
Per concludere il viaggio vorrei tornare in Italia, nella mia patria! Nella patria del design, della moda e dell’arte. E parlare per qualche secondo del logo che dovrebbe rappresentare secondo molti tutto questo.
Di questo logo hanno parlato blog e testate nazionali e ancora oggi fa molto discutere per diversi fattori:
- Evoluzione del logo negli anni e al suo ritorno nel 2013 al logotipo realizzato nel 1987 da Franco De Vecchis con qualche adeguamento per quanto riguarda il colore e segno.
- Uniformità visiva con gli altri brand turistici sia per colori che per tratto (a mio avviso questo fattore è comunque un problema di quasi tutti i loghi del settore turistico oggi).
- Inadeguatezza del logo in merito al racconto del territorio.
Per questo ultimo punto, non dobbiamo scordarci però che un logo può anche non raccontare obbligatoriamente il territorio, i suoi paesaggi e i suoi colori (anche perché come vedete il risultato sarebbe sempre il medesimo) però la sua immagine coordinata deve essere in grado di farlo. Il logo dovrebbe fondersi con essa, accrescendo il suo valore e posizione nel tempo.
Senza una corporate identity e image forte il logo resta solo un segno che seppur distintivo, unico e immediatamente riconoscibile, non accresce di certo da solo il valore di un brand.
E voi cosa pensate dei loghi citati?
Avreste voluto leggere qualche notizia in più su qualche altro logo?
Siete stati da poco in vacanza da qualche parte del mondo e siete rimasti colpiti dal logo di quella destinazione? Scrivetemi e parliamone ☺
Francesco Cusimano