Brand identity e trend grafici: un amore a tempo?
Come qualsiasi brand designer che ama il suo lavoro, anche a me piace scandagliare quotidianamente il web per cercare di capire quali sono i nuovi trend grafici, verso cosa si sta “evolvendo” il brand design e con quale rapidità.
In particolare da quando lavoro con Happy Minds, la domanda che tormenta la mia esistenza è:
L’identità visiva di un territorio va trattata come la brand identity di un grande brand digitale, una grande azienda o un ente pubblico?
Se partiamo dal presupposto che una brand identity, in generale, non dovrebbe seguire le tendenze, in parte sbagliamo!
Ci sono brand che devono seguire costantemente i nuovi trend grafici, come ad esempio i grandi brand del mondo digitale come Facebook, Instagram, ect. Per loro aggiornare la brand identity è fondamentale per non apparire vecchi agli occhi dell’utente nel giro di pochi anni.
Ma per i brand territoriali è corretto seguire i nuovi trend, aggiornare di continuo il logo e l’immagine coordinata?
È chiaro che quando si tratta di vendere un prodotto, la prima carta d’identità è spesso qualcosa di semplice come un logo e che nel settore turistico un paese deve vendere oltre alle sue attrattive culturali e paesaggistiche anche l’immagine che se ne ha di esse.
Ma quanti stanno raccontando il territorio e le differenze culturali e paesaggistiche e come? e soprattutto: Riuscireste a ridisegnare uno di questi loghi avendolo visto una sola volta in mezzo al calderone di loghi pressochè identici ma che dovrebbero presentare territori completamente differenti?
Bruno Munari (lo so…mi rendo conto che è una mia ossessione! ) sosteneva che […] un marchio svolge pienamente la sua funzione quando viene facilmente ricordato e rimane impresso nella memoria; al punto che, se viene fatto vedere ad un bambino, anche per breve tempo, questi riesce a ridisegnarlo, almeno nelle caratteristiche principali che lo contraddistinguono[…].
Osservando attentamente la maggior parte delle identità visive dei vari paesi, salta subito all’occhio che la quasi totalità dei brand turistici, si sta adeguando ai nuovi trend grafici e i loro loghi ne sono la chiara dimostrazione. Tutti usano tanto colore, tante sfumature, tante trasparenze, tante ombre (prerogative in parte del flat design, in parte del material design) e in molti casi è simile anche una scelta tipografica legata allo stile handwriting.
Dal punto di vista visivo (OGGI) sembra sicuramente tutto molto bello, ma domani?
Quelli che oggi sono i nuovi trend, domani saranno già vecchi.
Dal 2000 ad oggi si sono susseguiti tanti stili diversi: dallo scheumorfismo introdotto da Apple al Metro Style di Windows che pone le basi per il Flat Design; dal material design di Google (che ha creato un vero e proprio standard grafico, dettagliato sotto tutti i punti di vista e messo a disposizione all’interno del loro sito web) verso il semi-flat design.
Proprio come vi accennavo nell’articolo che parla di “Progettazione visiva del marchio”, bisogna stare molto attenti a seguire i trend in base a cosa si sta progettando e per chi. Quando parliamo di nuovi stili e nuovi trend grafici, parliamo spesso di graphic design che ha tanto da condividere con il brand design, ma non tutto.
Giusto per spiegare cosa intendo per un logo di destinazione finalizzato a restare impresso nella mente e nel cuore di tutti vi riporto l’esempio del marchio I love new york, realizzato da Milton Glaser nel 1976 e ancora attuale, moderno, significativo e…trendy.
Francesco Paolo Cusimano
raffaele Bosso
Chiarezza, linearità, impatto: 3 qualità che devono ispirare la realizzazione di un marchio che sia di facile memorizzazione e visivamente efficace. Articolo interessante ;)