Il tuo brand che voce ha?
Nell’articolo di introduzione allo studio sulla forma fonica del linguaggio vi abbiamo domandato se vi foste mai chiesti che tipo di sensazione ci trasmettono i colori. Questa volta spostiamo l’attenzione sui suoni e vi chiediamo: avete mai fatto attenzione alle relazioni fra il significato e il suono della lingua che utilizziamo per comunicare?
Per il principio di base della linguistica moderna e il sempre citato Ferdinand de Sassure la forma fonica della lingua non ha alcuna connessione con quello che essa rappresenta e il linguaggio è, pertanto, considerato arbitrario. Secondo la teoria strutturalista l’unica ragione che ci porta a definire, ad esempio, il posto in cui abitualmente viviamo “C-A-S-A” e non “L-A-V-O-R-O” è la convenzione stabilita, ma cerchiamo di semplificare la questione. Se in linguistica spesso ci si è domandati quanto le parole possano essere ricollegabili a ciò che rappresentano, nel marketing, alla luce delle analisi delle conversazioni online, dei sistemi di intelligenza artificiale basati sulle ricerche vocali, degli assistenti personali in grado di interagire con la voce come Amazon Alexa, ora ci si inizia a domandare: quanto sono importanti le parole che scegliamo di utilizzare nella comunicazione e quanto il loro suono influenza la trasmissione e la ricezione del messaggio?
Considerando il linguaggio arbitrario come lo stato dell’arte ci insegna, il dibattito sull’importanza della forma fonica delle parole non sarebbe cosi acceso e, soprattutto, non si sarebbe protratto per quattromila anni dal momento in cui Platone nel “Cratilo” sollevò per la prima volta la questione.
Gli esperimenti condotti sul tema hanno cercato di capire negli anni quanto le relazioni fra suono e significato siano in grado influenzare il linguaggio parlato. In questo senso il simbolismo del suono, se effettivamente verificato, potrebbe essere interessante per una comprensione più efficace del linguaggio e potrebbe facilitare l’apprendimento delle parole e dei concetti.
Se riuscissimo ad analizzare i fenomeni che legano suono e significato potremmo cosi scoprire qual è il tono di voce giusto di un brand, qual è il suo timbro e lo stile per definire meglio il suo carattere e comunicare con il target di riferimento nella maniera più efficace possibile. Prestare attenzione a queste tematiche è sempre più necessario per costruire una brand identity autentica ed unica, considerare l’immagine coordinata dell’azienda, i colori, il font scelto, il lessico e infine avere un timbro di voce personalizzato, consentono all’azienda di avere un carattere facilmente riconoscibile.
Se è vero quindi che il suono di una lingua è importante, lo sarà di conseguenza anche il suono con cui scelgono di parlare i brand… pronti a schiarirvi la voce?
Maria Teresa Amodeo